L’adozione dei neon per l’illuminazione commerciale e industriale rappresenta un passo significativo verso l’efficientamento energetico. Tuttavia, è essenziale che le aziende si impegnino a smaltire in maniera corretta questi dispositivi, per minimizzare l’impatto ambientale e proteggere la salute pubblica.
Il corretto smaltimento dei neon, infatti, non è solo una questione di conformità normativa, ma anche di responsabilità ambientale: questi dispositivi di illuminazione contengono sostanze pericolose che possono provocare gravi danni se non gestite adeguatamente. Per questo motivo, è fondamentale che le imprese adottino pratiche di smaltimento sicure e sostenibili, contribuendo alla tutela dell’ambiente oltre al mantenimento di standard di sostenibilità elevati.
L’avvento delle tecnologie di illuminazione più efficienti, inoltre, ha portato molte aziende a ricorrere al relamping, ovvero all’intervento di sostituzione dei vecchi sistemi di illuminazione con nuovi dispositivi a LED. Questa pratica offre numerosi vantaggi, tra cui una significativa riduzione dei consumi energetici e dei costi di manutenzione.
Al contempo, le aziende di relamping devono gestire lo smaltimento di grandi quantitativi di lampade tradizionali obsolete, guaste o non più conformi alle normative vigenti: è quindi cruciale che adottino procedure di smaltimento sicure e sostenibili per garantire il corretto trattamento delle lampade, riducendo al minimo l’impatto ambientale.
Vediamo in questo articolo come smaltire correttamente i neon ad uso professionale, sia per enti pubblici che imprese private e aziende che si occupano di relamping.
Smaltire i neon correttamente: come fare
La lampada al neon è una tipologia di lume che emette luce tramite un gas ionizzato contenuto in un bulbo di vetro trasparente, riempito – appunto – con gas neon a bassa pressione. Negli uffici, queste lampade sono molto diffuse e quando diventano obsolete, inefficienti o non più a norma devono essere sostituite, diventando così un rifiuto che le aziende hanno l’obbligo di gestire correttamente perché contengono materiali pericolosi, tra cui il mercurio, un elemento chimico altamente tossico che può contaminare l’ambiente se rilasciato in modo superficiale nella raccolta indifferenziata.
Neon: dove buttarli
A causa della loro composizione, queste lampade sono classificate come Rifiuti Speciali Pericolosi, all’interno dei rifiuti RAEE. Il loro smaltimento richiede quindi l’intervento di operatori specializzati e autorizzati, che smaltiscono questi dispositivi all’interno di impianti specifici per il materiale e deputati al trattamento.
Per questo motivo, le aziende devono adottare pratiche di smaltimento dei RAEE sicure e conformi alle normative vigenti, garantendo così una gestione responsabile dei rifiuti pericolosi e la tutela dell’ambiente. Il mancato rispetto di queste norme può comportare sanzioni legali e danni reputazionali per l’azienda, oltre a contribuire al degrado.
Il codice CER dei neon
Un aspetto fondamentale nella gestione dei rifiuti RAEE, che include anche le lampade neon, è la corretta compilazione del FIR, il Formulario Identificazione Rifiuti, uno degli adempimenti principali richiesto alle aziende sul fronte dello smaltimento. All’interno del FIR, per classificare i prodotti e i materiali destinati allo scarto e al recupero, va inserito il Codice CER (Catalogo Europeo Rifiuti), introdotto dal Decreto Legislativo 3 aprile 152/2006). Si tratta di una sequenza a sei cifre e, per quanto riguarda le lampade neon, i codici CER applicabili sono il 160213* o il 200121*, dove l’asterisco indica la pericolosità del rifiuto dovuta alla presenza del mercurio contenuto al loro interno.
Lo scopo di questa procedura è quello di gestire correttamente ogni rifiuto aziendale, fin dalla sua identificazione, per favorire la separazione dei materiali di scarto da quelli eventualmente recuperabili.
Per agevolare l’azienda, la compilazione del FIR può essere effettuata direttamente da un operatore autorizzato alle operazioni di smaltimento, come Dismeco.
Una volta terminata la procedura, i neon esausti in grande quantità devono essere raccolti e trasportati in contenitori sicuri per prevenire la rottura e il rilascio di mercurio. Durante il processo di smaltimento, i materiali riutilizzabili come il vetro e il metallo vengono separati e riciclati. Infine, il mercurio viene estratto dal dispositivo da personale competente e trattato in modo da minimizzare il suo impatto ambientale.
Relamping: come gestire i grandi quantitativi di lampade guaste, obsolete o non più a norma
Il relamping è l’intervento ideale per tutte le aziende che vogliono migliorare l’efficienza energetica e ridurre i costi operativi. Consiste nella sostituzione dei tradizionali sistemi di illuminazione con moderne lampade a LED (Light Emitting Diode). Questo cambiamento assicura una significativa riduzione dei consumi energetici fino al 60/80%, nonché dei costi di manutenzione e sostituzione, perché i LED hanno una vita più lunga dei comuni neon. Inoltre, si migliora la qualità della luce negli uffici e si aiuta l’ambiente, perché i LED non contengono mercurio e sono riciclabili.
Il processo di relamping, oggi proposto da un gran numero di società che operano nel settore dell’illuminazione e dell’efficientamento energetico industriale, segue diverse fasi. Inizialmente, viene effettuata un’accurata diagnosi degli impianti di illuminazione esistenti in azienda per identificare le opportunità di miglioramento. Sulla base di quanto rilevato e delle reali necessità del committente si redige un progetto coerente con il contesto, che quantifica i costi dell’intervento e soprattutto il risparmio energetico nel tempo. Successivamente, si procede con la sostituzione dei vecchi neon e l’installazione delle nuove lampade a LED.
Concluso questo iter, le aziende che effettuano il servizio di relamping si trovano ad avere grandi quantitativi di corpi illuminanti da smaltire in modo adeguato e responsabile: lampade neon guaste, obsolete, inefficienti o non più a norma sono RAEE e devono essere smaltite in modo sicuro e conforme alle normative vigenti. Questo include la separazione dei materiali riciclabili come vetro e metallo, e l’estrazione del mercurio da parte di personale autorizzato e competente per minimizzare l’impatto ambientale ed evitare rischi alla salute.
Quindi, a chi affidarsi per lo smaltimento dei neon?
A chi affidare la gestione dei neon esausti
Accompagnare negli aspetti pratici le aziende verso un futuro più verde è una mission fortemente condivisa da Dismeco, l’azienda bolognese che dal 1977 opera su tutto il territorio dell’Emilia Romagna per offrire a imprese private ed enti pubblici la gestione completa del “fine vita” dei RAEE.
Le attività messe in campo dall’azienda vanno dalla raccolta dei rifiuti RAEE mediante mezzi e personale autorizzati al trasporto presso gli impianti di trattamento dei dispositivi, fino al recupero e alla valorizzazione delle materie prime e materiali che possono essere reimmessi nei cicli industriali.
Dismeco è un punto di riferimento che può essere contattato per occuparsi del processo completo di smaltimento, senza bisogno di intermediari né costi aggiuntivi.
Inoltre, l’azienda emiliana si impegna quotidianamente a implementare processi industriali sostenibili, che generano nuove opportunità e occupazione nel settore della green economy.
Oltre alle attività strettamente produttive, Dismeco promuove iniziative educative per sensibilizzare l’opinione pubblica e collabora con enti pubblici e privati per sviluppare progetti innovativi, al fine di diffondere la cultura del riciclo e della sostenibilità, contribuendo a un futuro più verde e responsabile.
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