Come smaltire i pannelli fotovoltaici professionali

Con la crescente diffusione dei pannelli fotovoltaici come fonte di energia rinnovabile per le aziende, il loro adeguato smaltimento diventa ogni giorno sempre più rilevante.

Dal momento in cui sfruttano l’energia elettrica, i pannelli fotovoltaici sono classificati come Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), il che implica la necessità di seguire procedure specifiche sia per evitare la dispersione rischiosa di plastiche e materiali potenzialmente pericolosi, sia per garantire un adeguato trattamento e riciclo.
Queste apparecchiature, infatti, una volta giunte alla fine del loro ciclo di vita possono rappresentare una minaccia per l’ambiente se non correttamente gestite.

Vediamo come devono essere smaltiti i moduli danneggiati o esauriti e qual è il procedimento corretto da seguire per le aziende che utilizzano queste tecnologie.

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La direttiva RAEE per i pannelli fotovoltaici

Il Decreto Legislativo 14 marzo 2014, n. 49 ha integrato la Direttiva Europea del 2012 e ha inserito i pannelli fotovoltaici guasti tra i rifiuti RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). In questo modo, è chiarito che al detentore dell’apparecchiatura spettino obblighi specifici per la corretta gestione degli strumenti da dismettere.

Innanzitutto, occorre precisare che la responsabilità dello smaltimento dei pannelli fotovoltaici rotti o che hanno perso la loro efficienza varia a seconda di due parametri:

  • data di installazione;
  • potenza dell’impianto.

Da quest’ultimo parametro, peraltro, emerge la differenza fra impianti domestici e professionali.
Il Decreto, infatti, spiega che i RAEE fotovoltaici professionali sono quelli originati da pannelli installati in impianti con una potenza nominale pari o superiore a 10 kW. Al di sotto di tale valore, invece, i pannelli sono considerati domestici e possono essere smaltiti gratuitamente dal proprietario, che dovrà portarli negli appositi centri di raccolta.

Ma come vanno smaltiti i dispositivi fotovoltaici professionali?

I costi per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici professionali

Come anticipato, la normativa sui RAEE del 2014 prevede due modalità diverse di smaltimento a seconda della data di installazione dell’impianto fotovoltaico, ovvero:

  • Impianti installati prima del 12 aprile 2014: il costo dello smaltimento ricade sul proprietario. Tuttavia, è possibile usufruire del ritiro “Uno Contro Uno”: con questa opportunità, acquistando un nuovo impianto, sarà il produttore del nuovo sistema a doversi occupare dello smaltimento del vecchio.
  • Impianti installati dopo il 12 aprile 2014: il costo dello smaltimento è a carico del produttore, quindi il proprietario non dovrà sostenere alcuna spesa.

In definitiva, indipendentemente dalla data di installazione, il RAEE fotovoltaico deve essere conferito a un impianto di trattamento autorizzato e iscritto al Centro di Coordinamento RAEE, tramite un soggetto abilitato, autorizzato e certificato.

Lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici nel GSE

In passato, per incentivare i progetti di efficienza energetica e promuovere l’utilizzo delle fonti rinnovabili, sono stati introdotti i Decreti “Conto Energia”, l’ultimo dei quali risale al 2013. Chi avesse installato un impianto fotovoltaico prima di quella data e usufruito delle agevolazioni previste, per smaltire i pannelli deve attenersi alle “Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici incentivati”, che forniscono indicazioni sulla gestione tecnico-amministrativa del processo di trattenimento e restituzione delle quote a garanzia.
Il documento, pubblicato dal GSE (Gestore Servizi Energetici), prevede una trattenuta di 10€ per ogni modulo, sia per impianti domestici che professionali, a garanzia della corretta gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici.

In alternativa, i Soggetti Responsabili degli impianti fotovoltaici incentivati in Conto Energia possono scegliere di prestare una garanzia finanziaria per le operazioni di raccolta, trasporto, trattamento adeguato, recupero e smaltimento, partecipando a un Sistema Collettivo iscritto al Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei RAEE.

Che fine fanno i pannelli solari? Il processo di smaltimento e riciclo dei fotovoltaici professionali

Il processo di smaltimento dei pannelli fotovoltaici prevede diverse fasi e deve essere eseguito con scrupolo e un’elevata competenza per un duplice motivo: sia per evitare la dispersione nell’ambiente di elementi dannosi per la salute naturale e umana, sia perché, utilizzando le migliori tecnologie, il 95-98% dei materiali che compongono l’installazione può essere recuperato e venduto, contribuendo così all’economia circolare.

Innanzitutto, i moduli solari devono arrivare presso centri di smaltimento autorizzati attraverso un servizio idoneo e certificato di ritiro e trasporto RAEE, importante per assicurarsi che durante questa attività non avvenga la dispersione di materiali potenzialmente pericolosi. Una volta giunti a destinazione, i pannelli vengono trattati e smontati, dopodichè i vari componenti, come il vetro e i metalli (silicio, argento, alluminio, rame, indio, gallio e tellurio), vengono separati. Questo processo di separazione selettiva è cruciale per il recupero efficiente dei materiali, che diventano così risorse pronte a essere reimmesse nei cicli produttivi.
Dopo la separazione, i materiali vengono indirizzati verso il riciclo. Il vetro, ad esempio, può essere riutilizzato per nuovi pannelli o altre applicazioni industriali, l’alluminio viene rifuso e recuperato, mentre il silicio, una volta purificato, può essere impiegato per costruire nuovi pannelli fotovoltaici.

È importante ribadire che alcuni componenti possono contenere sostanze pericolose come il cadmio, che devono essere trattate con estrema cura da operatori specializzati per evitare contaminazioni ambientali.

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Crediti immagine: Pixabay.com

 

Come smaltire un sistema fotovoltaico professionale in Emilia Romagna

La corretta gestione dei pannelli fotovoltaici giunti a fine vita è una sfida complessa ma essenziale per garantire la sostenibilità delle energie rinnovabili, pertanto va affidata ad aziende autorizzate alla raccolta, al trasporto e al corretto trattamento di queste apparecchiature.

Risponde a questi requisiti Dismeco, la prima azienda italiana a gestire – dal 1977 – i rifiuti RAEE. Con una capacità industriale certificata, ha anche raggiunto il primato europeo per la percentuale di recupero e riutilizzo di materie prime e componenti dai RAEE.

Operativa in tutto il territorio dell’Emilia Romagna, l’azienda di Marzabotto trasforma i rifiuti tecnologici in risorse: un’opportunità per un futuro rispettoso dell’ambiente, ottenuta grazie a una linea semiautomatica di smontaggio selettivo, ingegnerizzata e costruita a Bologna, che consente il disassemblaggio degli rifiuti hi-tech e il recupero di materie prime.
Al tempo stesso, promuove l’inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile a lungo termine grazie a un approccio consapevole e innovativo e a progetti generativi per l’ambiente e la comunità.

Attraverso i suoi servizi di gestione RAEE, Dismeco è un interlocutore unico e certificato che supporta enti pubblici e imprese private lungo l’intero processo di smaltimento di tutti i rifiuti tecnologici professionali, individuando la soluzione migliore per ogni caso senza intermediari né costi aggiuntivi.


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