Ci accompagnano nella vita di tutti i giorni e sono il cuore pulsante di aziende e stabilimenti produttivi, così come degli ambienti domestici: PC, stampanti, registratori di cassa, strumenti per l’illuminazione, frigoriferi, congelatori, apparecchi per la cottura degli alimenti, ma anche asciugacapelli e aspirapolveri. In un mondo sempre più digitalizzato, la produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) è aumentata esponenzialmente e, di conseguenza, è cresciuta anche la quantità di dispositivi da smaltire quando non più funzionanti: i cosiddetti RAEE.
In questo articolo scopriremo cosa sono, in quante categorie si dividono e conosceremo i principali RAEE domestici e professionali per capire come devono essere smaltiti.

Cosa sono i rifiuti RAEE?
Il primo passo per effettuare un corretto smaltimento dei RAEE è comprenderne la natura: rientrano in questa categoria quelli che vengono definiti rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Più nello specifico, questa etichetta comprende tutte le attrezzature alimentate a corrente elettrica o per mezzo di campi elettromagnetici, e che funzionano con una tensione non superiore a 1.000 volt se a corrente alternata, e non superiore a 1.500 volt se a corrente continua.
Ma che differenza c’è tra apparecchi elettrici ed elettronici? Le apparecchiature elettriche convertono l’energia elettrica in un’altra forma di energia, come luce, suono o calore, mentre i dispositivi elettronici controllano il flusso di elettroni necessario allo svolgimento di una determinata funzione. Infine, sono considerati RAEE anche i singoli componenti alla base di queste apparecchiature.
Simbolo RAEE: dove trovarlo e come riconoscerlo
Secondo quanto stabilito dall’Unione Europea, tutte le apparecchiature elettroniche immesse sul mercato UE devono riportare il marchio RAEE in modo visibile e permanente. Si tratta di un simbolo raffigurante un bidone dell’immondizia su ruote barrato da una croce.
Questo contrassegno è riportato direttamente sull’apparecchio, sull’imballaggio, sul libro di istruzioni o documento di garanzia nei casi in cui il device sia troppo piccolo o se la marchiatura interferisce con la funzione. Il simbolo è corredato dal marchio di identificazione e data di immissione del prodotto sul mercato.
La presenza del logo indica che, una volta esaurito, danneggiato o non più riparabile, quel prodotto dovrà seguire un percorso di conferimento e smaltimento specifico in base alla categoria di appartenenza. I RAEE, infatti, si suddividono in cinque tipologie.
Scopriamo queste distinzioni per identificare come smaltirli correttamente.
Quali sono le cinque categorie di RAEE?
Sapere esattamente cosa rientra in questa tipologia di rifiuti è fondamentale per stabilire le modalità di smaltimento. Per questo, sono state individuate 5 categorie:
- R1: rientrano in questa categoria i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche destinate alla catena del freddo e più in generale alla climatizzazione, come ad esempio i frigoriferi o i condizionatori.
- R2: in questo sottogruppo troviamo i cosiddetti grandi bianchi, come lavastoviglie, lavatrici o forni.
- R3: a questo gruppo appartengono monitor e televisori.
- R4: questo segmento raccoglie tutti i piccoli elettrodomestici, gli apparecchi per l’illuminazione o l’elettronica di consumo. È questa l’etichetta sotto cui ricadono, ad esempio, apparecchi come frullatori, aspirapolveri, lampade, videocamere o strumenti musicali.
- R5: con questo codice vengono identificati i RAEE provenienti da sorgenti luminose, come le lampadine.
Ora che conosciamo le diverse categorie di RAEE, è bene sapere la differenza tra RAEE domestici e professionali: infatti, è da questa che dipenderà il loro corretto smaltimento.
RAEE domestici: quali sono e come buttarli
I RAEE domestici sono i rifiuti da apparecchi elettrici o elettronici originati a livello familiare. L’utente domestico dovrà fare molta attenzione a non gettare via i rifiuti elettronici insieme all’indifferenziato: potrà contare, tuttavia, su tre modalità di conferimento.
Innanzitutto, c’è la possibilità di lasciare i propri RAEE nei centri raccolta autorizzati presenti sul territorio. Diversamente, è possibile conferirli nei negozi di elettronica al momento dell’acquisto di un nuovo dispositivo. Infine, per i RAEE di piccole dimensioni, come ad esempio smartphone o tablet, i punti vendita più grandi (sviluppati su una superficie di almeno 400 mq) avranno l’obbligo di ritirare i vecchi apparecchi anche quando l’utente non acquista un prodotto nuovo.
Discorso a parte, invece, per i RAEE professionali: vediamo con precisione la procedura.
RAEE professionali: quali sono e modalità di smaltimento
Sono considerati RAEE professionali tutti quegli apparecchi non più funzionanti che provengono da attività commerciali aziendali, industriali e istituzionali. Per questa categoria di rifiuti è previsto un conferimento presso impianti di trattamento autorizzati in base a quanto indicato dal produttore dell’apparecchio.
Secondo la procedura di smaltimento RAEE delle aziende, per smaltire un rifiuto elettrico di tipo professionale occorre innanzitutto attribuire il corretto codice CER, fondamentale per la sua identificazione. Inoltre, è necessario compilare il FIR (Formulario di Identificazione dei Rifiuti).
I rifiuti tecnologici possono essere scaricati dal libro dei cespiti aziendali con uno sconto sulla Tassa sui Rifiuti (Tari): per ottenerlo, è necessario compilare una dichiarazione specifica, firmata sia dal produttore dei rifiuti, sia dall’azienda incaricata dello smaltimento o del recupero dei materiali, come Dismeco. Dal 1977, Dismeco trasforma in risorse i rifiuti RAEE professionali, occupandosi dell’intero processo, dal ritiro in azienda allo smaltimento completo, senza intermediari né costi aggiuntivi.
Occorre sapere, in conclusione, che le categorie di RAEE professionali sono due: pericolosi e non pericolosi. Per entrambe sono previste diverse modalità di smaltimento: scopriamole nel dettaglio.
RAEE professionali non pericolosi
Queste apparecchiature sono così definite perché non contengono sostanze connesse a eventuali rischi ambientali. Il codice CER (che cataloga le diverse tipologie di rifiuti) con cui vengono identificate è il 16.02.14. Lo smaltimento di questi rifiuti elettronici prevede l’intervento di ditte specializzate come Dismeco che, dopo aver verificato che i dispositivi non più funzionanti siano in possesso della documentazione necessaria, provvedono a conferirli in impianti autorizzati.
I RAEE professionali non pericolosi devono essere raccolti in contenitori ad hoc, separati da altri dispositivi non conformi al trattamento RAEE. Tra gli apparecchi che, una volta dismessi, verranno smaltiti come RAEE professionali non pericolosi rientrano fotocopiatrici, stampanti e scanner.
RAEE professionali pericolosi
Lo smaltimento dei RAEE professionali pericolosi, identificati con il codice CER 16.02.13, richiede particolare attenzione perché hanno un alto indice di pericolosità. Rientrano in questa categoria computer fissi, PC portatili, monitor, televisori e sorgenti luminose. Questi RAEE risultano molto dannosi per la salute e per l’ambiente a causa dei materiali di cui sono composti, che rendono necessaria una raccolta separata dagli altri RAEE per mezzo di speciali contenitori monouso.

Come smaltire i RAEE in sicurezza e valorizzarli
Come abbiamo visto, molti RAEE sono tossici per l’essere umano e dannosi per l’ambiente se smaltiti male: per esempio, i clorofluorocarburi (CFC) e gli idroclorofluorocarburi (HCFC) impiegati negli impianti refrigeranti rappresentano la prima fonte di cloro nell’atmosfera. Inoltre, monitor, televisori e lampade fluorescenti rischiano di rilasciare nell’ambiente plastiche e polveri di metalli come rame, ferro, alluminio e mercurio.
Il loro corretto smaltimento secondo la normativa RAEE è essenziale non solo perché si tratta di rifiuti particolarmente inquinanti, ma anche perché alcuni materiali come metalli, vetro e plastica, dopo un apposito trattamento possono essere recuperati e reimmessi sul mercato, offrendo una risposta concreta alla carenza di materie prime e componentistica in alcuni settori.
È questa la filosofia che dal 1977 muove i passi di Dismeco: attiva da oltre 50 anni, l’azienda con sede a Marzabotto (BO) affianca imprese pubbliche e private e gestisce il “fine vita” dei rifiuti elettrici in Emilia-Romagna; senza intermediari né costi aggiuntivi, si occupa di tutto l’iter che comprende il ritiro dei RAEE in azienda, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento e la valorizzazione dei RAEE. La fase conclusiva della procedura di smaltimento, infatti, prevede il disassemblaggio degli apparecchi e la selezione dei materiali recuperabili che verranno reimmessi nei cicli industriali. Un modello operativo che si integra con progetti di utilità sociale sul fronte della new green economy.
Per il mondo dei RAEE, dunque, il futuro è sempre più ecologico e circolare, e questo è possibile grazie alle attività che coinvolgono aziende, istituzioni, scuole, università e cittadini lungo il cammino della sostenibilità.
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