Smaltimento dei frigoriferi aziendali: cosa sapere per una procedura corretta

L’attenzione al corretto smaltimento dei frigoriferi e degli impianti di refrigerazione aziendali, inclusi i banchi frigo diffusi nei supermercati, nei bar e nei ristoranti, è fondamentale per ridurre il loro impatto ambientale.
Questi dispositivi hanno un ciclo di vita limitato e, al termine della loro attività, devono essere gestiti seguendo protocolli rigorosi, in quanto considerati RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
In questo articolo vedremo come smaltire un vecchio frigorifero, un impianto di refrigerazione o un banco frigo guasti o non più utilizzabili, e a chi bisogna rivolgersi affinchè la gestione di questi apparecchi sia effettuata in piena sicurezza e in conformità alle normative.

smaltimento frigoriferi aziendali

Come smaltire un banco frigo usato, frigoriferi, celle e impianti di refrigerazione

Frigoriferi, celle frigo e impianti di refrigerazione sono costituiti da componenti simili, anche se presentano evidenti differenze dimensionali per adattarsi alle specifiche esigenze di utilizzo per cui sono progettati (domestici, commerciali, industriali). Infatti, tutti e tre contengono:

  • struttura esterna e interna: realizzate in acciaio e plastica, servono a isolare, proteggere e organizzare i prodotti collocati all’interno;
  • parti isolanti: materiali come il poliuretano (PUR) per mantenere una temperatura costante, riducendo la dispersione termica; le celle frigo dei supermercati e nei ristoranti solitamente hanno pannelli isolanti più spessi o rinforzati, dato il volume maggiore e l’uso prolungato;
  • circuito refrigerante: un sistema chiuso in cui circola un gas refrigerante (come R134a o R600a), che assorbe e rilascia calore attraverso l’evaporatore e il condensatore;
    compressore: permette a gas refrigerante di circolare;
  • componenti elettronici: termostati, lampadine, sistemi di controllo della temperatura e, negli impianti più avanzati, sensori per il monitoraggio in tempo reale.

Per la presenza di materiali elettrici ed elettronici (compressore del termostato, circuiti), gas refrigeranti (sostanze chimiche) e componenti riciclabili e inquinanti (metalli, plastiche, schiume isolanti e oli lubrificanti), i frigoriferi dismessi, come ogni apparecchiatura di refrigerazione, devono essere maneggiati secondo quanto stabilito dalle norme introdotte per la gestione dei rifiuti speciali: per questo motivo, non possono in alcun modo essere gettati nella raccolta indifferenziata né, tanto meno, dispersi nell’ambiente.

Lo smaltimento di questi elementi critici deve pertanto assecondare la procedura stabilita dalla normativa sui RAEE. I frigoriferi a uso domestico vanno portati presso le isole ecologiche comunali o, in alternativa, possono essere consegnati ai rivenditori di elettrodomestici, molti dei quali erogano il servizio di raccolta RAEE. Tutti gli altri apparecchi di refrigerazione, invece, devono essere affidati alle aziende di smaltimento iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali. In questa filiera virtuosa, il recupero di materie prime quali metalli, vetro e plastica non solo limita la produzione di nuovi rifiuti, ma offre materiali recuperati pronti per essere reintrodotti nel ciclo produttivo.

Come tutti i RAEE, anche per frigoriferi e derivati è previsto un codice CER, strumento indispensabile per riconoscere e classificare ogni scarto. Quello stabilito per questa tipologia di apparecchiature di tipo professionale è il codice CER 16.02.11*. Rientra, infatti, tra le “apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi (nonchè HCFC e HFC per i professionali)”, dove la presenza dell’asterisco individua la pericolosità del rifiuto, contenente – appunto – composti chimici nocivi sia per l’ambiente che per la salute umana.
Il codice CER deve essere poi scritto all’interno del Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR): questo documento è obbligatorio per una procedura corretta di smaltimento RAEE per le aziende, sia pubbliche che private, e può essere compilato direttamente dall’impresa incaricata di ritirare i dispositivi a fine vita.

Rottamazione di gruppi frigo, celle e impianti refrigeranti: il ruolo delle aziende specializzate

Per i motivi sopra indicati, il ritiro e il trattamento di frigoriferi, celle, gruppi frigo e impianti di refrigerazione devono essere affidati a realtà autorizzate e certificate. Queste aziende si occupano del trasporto in sicurezza degli apparecchi, del loro smontaggio e recupero dei componenti, con una particolare attenzione al trattamento di sostanze inquinanti o pericolose come i gas CFC (clorofluorocarburi) e HFC (idrofluorocarburi o Freon), che contribuiscono all’effetto serra.
Questo processo è essenziale per garantire che la fase di fine vita di questi prodotti non danneggi l’ecosistema, trasformando i vecchi elettrodomestici in una preziosa risorsa in grado di essere ricollocata nel sistema produttivo.

Il supporto di Dismeco nello smaltimento degli elettrodomestici

Dismeco, una delle realtà italiane di riferimento nel settore del riciclo RAEE, svolge un ruolo chiave nella rottamazione dei frigoriferi aziendali, delle celle, dei gruppi frigo e degli impianti di refrigerazione, senza intermediari né costi aggiuntivi.
L’azienda bolognese, nata nel 1977 e operativa in tutta l’Emilia Romagna, è specializzata nel trattamento di questi rifiuti complessi, garantendo il rispetto delle normative comunitarie e italiane e massimizzando il recupero dei materiali.

Al pari dei frigoriferi, si occupa anche del riciclo di altri elettrodomestici e apparecchiature tecnologiche frequenti nell’ambito business come computer, neon, registratori di cassa, stampanti e fotocopiatrici aziendali applicando lo stesso rigore e competenze necessari per maneggiare i RAEE. In questo modo, grazie a un approccio innovativo e sostenibile, Dismeco contribuisce non solo a ridurre l’impatto ambientale di questi dispositivi, ma trasforma il loro smaltimento in un modello di economia circolare. La realtà emiliana è inoltre attiva in numerosi progetti ambientali e sociali, collaborando con enti e imprese per diffondere buone pratiche green, promuovere una cultura del riciclo e supportare famiglie e individui in condizioni fragili, come avviene con il progetto Utile, che si sta raggiungendo numerose città italiane in soccorso alle esigenze socio-economiche dei territori.

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Crediti immagine di copertina: Freepik.com

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