Come smaltire le stampanti aziendali e le fotocopiatrici

Stampanti e fotocopiatrici sono alleate indispensabili per chi lavora in ufficio, ma la natura particolare di questi dispositivi, che contengono diversi agenti chimici, richiede alcuni accorgimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, dal corretto posizionamento nelle sale alla procedura di dismissione, una volta che il macchinario è giunto a fine vita.
Ecco perché lo smaltimento delle stampanti e delle fotocopiatrici aziendali deve avvenire in modo responsabile e seguendo un protocollo ad hoc per evitare sanzioni e agevolare il recupero delle componenti riutilizzabili.

Si tratta di attrezzature che, una volta guaste od obsolete, non possono essere gettate tra i rifiuti comuni, perché contengono materiali inquinanti per l’ambiente e tossici per la salute umana.
Inoltre, è bene ricordare che una gestione eco-sostenibile di tutte le attività lavorative, compresa la dismissione dei dispositivi a fine vita, può contribuire a ridurre l’inquinamento, con evidenti benefici per la collettività e l’ambiente.
Vediamo dunque come deve avvenire lo smaltimento corretto delle stampanti e delle fotocopiatrici aziendali e a chi rivolgersi per rispettare la normativa.

smaltimento stampanti aziendali

Stampanti e fotocopiatrici sono rifiuti RAEE

Stampanti e fotocopiatrici sono catalogate come RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), pertanto lo smaltimento di questi dispositivi deve avvenire in modo sicuro e seguendo l’iter previsto dalla normativa vigente in materia. I componenti elettronici e i materiali con cui sono assemblati, infatti, richiedono una gestione adeguata per evitare la dispersione nell’ambiente di sostanze nocive sia per l’uomo che per la natura.
In particolare, il trattamento dei rifiuti RAEE è disciplinato dal Decreto Legislativo 49/2014, un provvedimento inserito in un quadro normativo RAEE più ampio che definisce la procedura per lo smaltimento di ogni prodotto.
Oltre all’obiettivo di proteggere le persone e l’ambiente, un incauto smaltimento che non dovesse rispettare la normativa, può comportare una serie di conseguenze legali, come multe alle aziende e, nei casi più gravi, procedimenti penali a carico dei responsabili.

Fotocopiatrici e stampanti in azienda: come smaltirle

Se sono utilizzati per uso domestico, si possono portare questi macchinari presso le isole ecologiche oppure i centri di raccolta dei Comuni; in alternativa, si può consegnare il vecchio dispositivo a un rivenditore autorizzato, ma è vietato abbandonare questi rifiuti nelle discariche o in strada.

Qualora, invece, stampanti e fotocopiatrici siano di uso professionale in una società privata o organizzazione pubblica, occorre rivolgersi a una ditta specializzata nella gestione dei rifiuti e munita delle necessarie certificazioni e autorizzazioni, oltre che iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali.

Per liberarsi di questi dispositivi è necessario compilare il Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR), il documento obbligatorio che imprese pubbliche e private devono redigere per il corretto smaltimento dei rifiuti RAEE per aziende.
Uno dei campi da inserire nel FIR è il Codice CER, sequenza numerica indispensabile per identificare lo scarto, il tipo di lavorazione e la filiera da cui proviene il rifiuto. Quello assegnato a stampanti e fotocopiatrici è il 160214, in quanto rifiuti speciali non pericolosi.
Per smaltire i toner, invece, il Codice CER da inserire nel FIR è 080318.
Ma chi chiamare per smaltire una stampante o fotocopiatrice?

A chi affidarsi per smaltire stampanti, fotocopiatrici e altri rifiuti elettronici aziendali

Stampanti, fotocopiatrici, toner ma anche pc, monitor, lampade, sono la spina dorsale di ogni ufficio. Soggetti a obsolescenza, nel momento in cui questi dispositivi non sono più utilizzabili vanno trattati con responsabilità, seguendo le procedure previste dalla legge e affidandosi a ditte certificate e autorizzate, come Dismeco.

Realtà bolognese protagonista nella gestione dei rifiuti elettronici professionali fin dal 1977, Dismeco fonda la sua operatività su un approccio etico alle attività di smaltimento e trattamento dei rifiuti tecnologici, e affianca le imprese dall’inizio alla fine del processo.

L’azienda, che opera nell’intero territorio dell’Emilia Romagna, si occupa di tutte le fasi, offrendosi come unico interlocutore senza intermediari né costi aggiuntivi: dalla raccolta al trasporto dei rifiuti attraverso personale e mezzi autorizzati e presso il centro di smaltimento deputato al trattamento fino al disassemblaggio dei materiali e al recupero delle eventuali componenti recuperabili.

Ogni processo industriale adottato da Dismeco ha, inoltre, l’obiettivo di donare elettrodomestici rigenerati alle persone in stato di fragilità e generare nuova occupazione, contribuendo così alla sostenibilità in tutte le sue declinazioni: sociale, ambientale ed economica.
Ma il contributo alla comunità non finisce qui. Attraverso attività didattiche e in collaborazione con enti pubblici e privati, infatti, Dismeco promuove e diffonde progetti innovativi al fine condividere la cultura della sostenibilità e del riciclo, per trasformare i rifiuti in risorse.

Crediti immagini: Freepik.com

 

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