Smaltimento di condizionatori, chiller e pompe di calore di aziende

Oggi i condizionatori e i climatizzatori sono fra gli apparecchi tecnologici più diffusi, preziosi alleati nelle abitazioni, uffici e aziende. Quando arrivano a fine vita o si guastano e non sono riparabili, devono essere smaltiti correttamente per evitare danni all’ambiente e alla salute umana. Si tratta infatti di rifiuti speciali, che secondo la normativa europea rientrano nella categoria dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
In questo articolo vedremo i passaggi necessari per dismettere gli impianti di climatizzazione fuori uso od obsoleti e qual è il procedimento richiesto alle aziende che utilizzano queste tecnologie e hanno la necessità di smaltirle.

smaltimento chiller aziendali

Perché i condizionatori e i climatizzatori sono RAEE: tipologia di rifiuto e normativa

Come tutti gli apparecchi elettronici ed elettrici, i condizionatori sono considerati RAEE perché contengono componenti e materiali che potrebbero essere dannosi se non vengono smaltiti con responsabilità. Questi dispositivi, infatti, includono elementi come il gas refrigerante, altamente nocivo per l’ambiente, ma anche oli, parti elettroniche e circuiti metallici che possono contaminare il suolo e le falde acquifere. Non solo: sono costruiti con plastiche e altri materiali riciclabili e metalli preziosi che, se recuperati, alleggeriscono il consumo di risorse naturali. Basti pensare che un impianto smaltito correttamente può essere riciclato per il 97% circa. Per questi motivi, è fondamentale che i condizionatori dismessi vengano trattati secondo le normative nazionali e comunitarie che regolano lo smaltimento dei RAEE.
I gas refrigeranti in particolare, contenuti in tutte le apparecchiature per il raffreddamento (split, monosplit, chiller e pompe di calore), pur essendo inodori, incolori e apparentemente innocui, se rilasciati nell’atmosfera contribuiscono all’effetto serra e alla distruzione dello strato di ozono che protegge il pianeta dai raggi ultravioletti del sole: ecco perché l’estrazione di questi fluidi, riconosciuti come rifiuti speciali pericolosi, è obbligatoria per legge e deve essere effettuata da un tecnico munito del patentino “frigoristi” (F-Gas) secondo quanto stabilito dal D.lgs. 152/06. Una volta eliminato il gas contenuto al suo interno e messo in sicurezza, rimane il macchinario, classificato come grande elettrodomestico (R1), che andrà gestito come tale.
Vista la complessità della procedura di smontaggio, a maggior ragione è opportuno affidarsi sempre a operatori esperti e qualificati: i condizionatori utilizzati nelle case devono in ogni caso essere smaltiti come RAEE domestici e affidati alle isole ecologiche comunali o ai rivenditori autorizzati che erogano il servizio di raccolta degli apparecchi dismessi o guasti. Per quanto riguarda i condizionatori nelle aziende, invece, è indispensabile rivolgersi a ditte specializzate iscritte all’Albo dei Gestori Ambientali, in grado di occuparsi dell’intero processo di smaltimento del dispositivo, a partire dalla raccolta in loco.
Vale la pena ribadire che sono previste sanzioni per chi smaltisce illegalmente questi macchinari, disperdendoli nell’ambiente o violando la normativa: i trasgressori sono puniti con multe e, nei casi più gravi, possono essere perseguiti penalmente. Vediamo, pertanto, cosa è necessario sapere.

smaltimento condizionatori aziendali

Il codice CER di condizionatori, chiller e pompe di calore

Il Codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) è il sistema di classificazione utilizzato per identificare i rifiuti e stabilire come debbano essere trattati. Per i condizionatori, le pompe di calore, i chiller e gli impianti di climatizzazione in generale, il codice CER applicabile dipende dalla presenza o meno dei fluidi refrigeranti, come clorofluorocarburi (CFC), HCFC o HFC, ritenuti pericolosi per l’ambiente. Se l’apparecchiatura li contiene, la sequenza corretta è 16 02 11: qui è richiesto un trattamento specifico per evitare la dispersione di sostanze dannose. Diverso è il caso in cui il dispositivo sia privo di fluidi refrigeranti, perché già trattato o svuotato. In questa situazione, il macchinario non contiene componenti pericolosi e il codice CER applicabile diventa 16 02 14, riservato alle apparecchiature fuori uso che non presentano rischi e possono essere avviate al riciclo senza particolari accorgimenti.
In entrambe le ipotesi, il codice CER va inserito nel FIR (Formulario Identificazione Rifiuti), la “carta d’identità” di ogni scarto, indispensabile per riepilogare la sua filiera e le sue caratteristiche. Si tratta di un passaggio fondamentale per garantire che i condizionatori vengano conferiti agli impianti di smaltimento giusti, dove verranno separati nei loro componenti e trattati in modo sicuro dal personale competente, al fine di recuperare i materiali e contenere significativamente il rischio d’inquinamento.

Lo smaltimento dei motori dei condizionatori

Quando si parla di condizionatori, un’altra componente da smaltire in modo adeguato sono i motori esterni che, come altre parti elettroniche, presentano materiali che non possono essere gettati insieme ai rifiuti urbani in quanto potenzialmente tossici. Queste unità, infatti, contengono elementi metallici e circuiti elettronici che vanno trattati separatamente e da personale esperto e qualificato.
Proprio come i condizionatori, la gestione dei motori deve avvenire in impianti certificati per il trattamento dei RAEE, che possono estrarre metalli e materiali riutilizzabili riducendo l’impatto ambientale e favorendo il recupero e il riciclo dei metalli preziosi. Anche in questo caso, ai motori esterni deve essere assegnato il Codice CER 160211 o 160214 a seconda che contengano o meno i fluidi refrigeranti.

La gestione corretta dei RAEE come i condizionatori, chiller e pompe di calore

La corretta gestione dello smaltimento dei condizionatori e di altri dispositivi elettronici aziendali, come ad esempio i computer aziendali, le stampanti, i pannelli fotovoltaici e i registratori di cassa, è essenziale per la protezione dell’ambiente e la salute pubblica. In Italia, aziende affermate come Dismeco, operativa in Emilia Romagna dal 1977, si occupano del trattamento dei RAEE, garantendo il rispetto delle normative ambientali.
Con sede a Marzabotto (BO), prima realtà in Italia a specializzarsi nella gestione dei rifiuti tecnologici, oggi Dismeco offre un servizio completo per le aziende di smaltimento RAEE, assicurando che il processo avvenga in modo sicuro ed efficiente in ogni fase: dalla raccolta dei rifiuti alla valorizzazione delle parti riciclabili, passando per il trasporto con automezzi certificati, lo stoccaggio in ambienti protetti e il trattamento di bonifica e rimozione delle parti pericolose.

In altri termini, gestisce direttamente l’intera filiera della dismissione dei RAEE, inclusa la compilazione del FIR, garantendo controllo e sicurezza senza ricorrere a intermediari o costi aggiuntivi.

mezzo raccolta raee

Grazie alla sua capacità di recuperare metalli preziosi e materiali riciclabili, Dismeco rappresenta pertanto un modello concreto di economia circolare e un punto di riferimento per il territorio e la comunità. L’azienda, infatti, collabora con enti e istituzioni e promuove diversi progetti per l’ambiente e la comunità al fine di incoraggiare una gestione responsabile dei rifiuti tecnologici. A questo si aggiungono iniziative di grande valore sociale, come “RAEE in carcere”, dedicato alla formazione e al reinserimento lavorativo dei detenuti, e “Utile”, che si occupa di rigenerare lavatrici dismesse per donarle a famiglie in difficoltà economica.
Lo smaltimento dei condizionatori, spesso sottovalutato, richiede grande attenzione e il rispetto delle normative sui RAEE. Ecco perchè affidarsi a professionisti come Dismeco, esperti nel trattamento dei rifiuti elettronici, è essenziale per garantire processi sicuri e rispettosi dell’ambiente, contribuendo così alla sostenibilità del nostro futuro.

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