Nel mondo aziendale la tecnologia corre veloce: computer, server e apparecchiature informatiche vengono aggiornati di continuo per stare al passo con le esigenze del mercato e garantire performance migliori. In questo processo, strumenti come le schede elettroniche – tra cui schede madri, RAM, processori, schede di rete e schede audio – diventano rapidamente obsolete o si guastano per l’usura a cui sono quotidianamente sottoposte.
Una volta dismesse, esse rientrano nella categoria dei RAEE – Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Come tali, le schede elettroniche di ogni tipo e dimensione devono essere gestite secondo regole precise: se smaltite in modo improprio, infatti, possono avere una ricaduta significativa sull’ambiente e sulla salute.
Quali sono le schede elettroniche aziendali più comuni
Le schede elettroniche sono i “cervelli” dei dispositivi tecnologici: circuiti stampati sui quali vengono assemblati componenti elettrici ed elettronici connessi tra loro. La loro funzione è quella di regolare il funzionamento delle apparecchiature hi tech, gestendo segnali, alimentazioni e controlli. Presenti in quasi ogni strumento di lavoro, sono una parte essenziale e allo stesso tempo delicata delle dotazioni aziendali.
Tra le tipologie più diffuse di schede elettroniche, troviamo:
- schede madri, RAM, processori e schede video, cuore dei computer e dei server;
- schede di rete e di comunicazione, indispensabili per collegare sistemi e dispositivi tra loro;
- centraline elettroniche, che governano macchinari industriali e impianti automatizzati;
- schede di controllo, presenti in apparecchiature professionali, sistemi HVAC e dispositivi di refrigerazione;
- circuiti stampati integrati in stampanti e fotocopiatrici aziendali, distributori automatici e sistemi di sicurezza;
- moduli e sensori avanzati, utilizzati in impianti fotovoltaici, dispositivi elettromedicali, sistemi a LED e applicazioni IoT.
Questi componenti, sebbene spesso di piccole dimensioni, contengono materiali di valore, parti riciclabili e sostanze critiche: gestirli correttamente significa proteggere l’ambiente e rispettare gli obblighi normativi previsti per i RAEE.
Schede elettroniche: cosa contengono e perché vanno smaltite correttamente
Come abbiamo visto, le schede elettroniche non sono semplici pezzi di plastica e metallo: al loro interno si trovano metalli preziosi (oro, rame, argento, palladio), ma anche elementi potenzialmente pericolosi come piombo o mercurio. Accanto a questi, sono presenti materiali riciclabili come plastica (nei connettori e nei rivestimenti), vetroresina e resine epossidiche (che costituiscono la base del circuito stampato), oltre ad alluminio, ferro e acciaio impiegati per dissipatori e schermature. Inoltre, alcuni componenti contengono terre rare – come Neodimio, Lantano, Europio e Ittrio – utilizzate per magneti, LED, sensori e circuiti integrati ad alte prestazioni.
Per questo, quando un’azienda decide di sostituire i propri apparati informatici, non può limitarsi a stoccarli senza prendere precauzioni, tantomeno non deve gettarli insieme ai rifiuti indifferenziati. Lo smaltimento corretto delle schede elettroniche è infatti un passaggio cruciale per:
- ridurre il rischio ambientale e sanitario;
- recuperare materiali preziosi e riciclabili attraverso processi specializzati;
- contribuire concretamente all’economia circolare, riducendo la dipendenza da risorse vergini;
- rispettare gli obblighi normativi previsti per i RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
Ed è proprio sul legame tra schede elettroniche e RAEE che vale la pena soffermarsi, per capire come vengono classificate e quali norme ne regolano la gestione.
Codice EER delle schede elettroniche: come smaltirle
Le schede elettroniche aziendali rientrano a pieno titolo nella categoria dei RAEE professionali e ognuna, al momento della dismissione, deve essere classificata con un codice EER (ex CER, Catalogo Europeo dei Rifiuti), che permette di identificare correttamente il rifiuto. In particolare, le schede elettroniche rientrano generalmente nel codice EER 16 02 16 (componenti non pericolosi rimossi da apparecchiature fuori uso), a seconda della presenza o meno di sostanze pericolose.
La gestione corretta delle schede elettroniche: il FIR e la tracciabilità
Il codice EER dovrà essere scritto nel FIR – Formulario di Identificazione del Rifiuto, un documento da compilare che accompagna i RAEE dal luogo di produzione all’impianto di trattamento. Questo garantisce la tracciabilità del rifiuto, tutelando sia l’azienda che l’ambiente. Come previsto dal Testo Unico Ambientale (Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, art. 193, comma 2), il FIR deve essere redatto, datato e firmato dal produttore o detentore dei rifiuti, e poi controfirmato dal trasportatore.
Al produttore dello scarto spetta l’onere di garantire la corretta compilazione del formulario, indicando quantità e caratteristiche dei rifiuti e attribuendo il giusto codice EER. Nella pratica, l’inserimento dei dati nel FIR viene spesso svolto direttamente dal trasportatore, ma questo non solleva il primo dalle responsabilità: ecco perché prima della firma, è sempre indispensabile controllare con attenzione le informazioni riportate.
Non solo, la normativa richiede alle aziende di affidarsi solo a operatori autorizzati e certificati, in grado di gestire le schede elettroniche secondo le procedure previste, garantendo così il recupero dei materiali e il corretto smaltimento delle sostanze nocive.
Smaltire le schede elettroniche: perchè affidarsi a Dismeco
In un contesto dove la corretta gestione dei RAEE è sinonimo di responsabilità e sostenibilità, scegliere il partner giusto fa la differenza. Fondata a Bologna nel 1977 e oggi operativa in tutta Emilia Romagna, Dismeco, leader certificato nello smaltimento dei RAEE, accompagna le imprese con un servizio completo nella gestione dei componenti elettrici ed elettronici dismessi – dai computer aziendali ai neon, fino ai condizionatori, chiller e pompe di calore.
L’azienda cura l’intera filiera, dalla raccolta dei rifiuti al trasporto con automezzi certificati, dallo stoccaggio in ambienti protetti al trattamento, fino al recupero e alla valorizzazione delle materie prime, nel pieno rispetto della normativa comunitaria. Iscritta all’Albo dei Gestori Ambientali, Dismeco promuove inoltre iniziative a favore dell’ambiente e delle comunità locali, confermandosi un alleato affidabile per tutte le organizzazioni pubbliche e private che vogliono gestire i propri rifiuti tecnologici con efficienza e senso del dovere.
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