Smaltimento delle apparecchiature elettromedicali: la soluzione per aziende sanitarie pubbliche e private

Nel settore sanitario, la gestione delle apparecchiature medicali obsolete rappresenta una sfida economicamente onerosa oltre che complessa; inoltre, ospedali, cliniche e ambulatori possono incontrare difficoltà nell’accesso a una filiera di recupero chiara e specializzata. Peraltro, non tutte le attrezzature ospedaliere seguono lo stesso percorso di smaltimento: mentre quelle non elettriche, come strumenti chirurgici e dispositivi monouso, prevedono procedure atte soprattutto a garantire la sicurezza igienico-sanitaria, le apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), spesso pericolose, richiedono un trattamento particolare, assimilabile a quello stabilito per ogni tecnologia.

Come vedremo in questo articolo, esistono soluzioni e soggetti qualificati che permettono di ridurre l’impatto ambientale e i costi economici di gestione, assicurando il corretto smaltimento dei dispositivi elettromedicali e, quando possibile, la rigenerazione degli apparecchi tramite il recupero di ricambi non funzionali.

smaltimento apparecchiature medicali

Apparecchiature elettromedicali: quali sono e perché rientrano nei RAEE

Con apparecchiature elettromedicali si intendono i dispositivi tecnologici che funzionano grazie all’energia elettrica, impiegati per scopi diagnostici, terapeutici o riabilitativi, come ecografi, defibrillatori, TAC, risonanze magnetiche, elettrocardiografi e così via.

La definizione generale di apparecchiature medicali, invece, ha un significato più ampio e comprende sia i macchinari elettromedicali sopra citati sia i dispositivi non elettrici, come strumenti chirurgici, letti ospedalieri, protesi e oggetti monouso, per i quali è comunque indispensabile assecondare la normativa sui rifiuti sanitari per evidenti ragioni di igiene e sicurezza.

Quando si parla di smaltimento, questa distinzione diventa fondamentale: solo le apparecchiature elettromedicali rientrano nella categoria dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), poiché contengono componenti elettriche, circuiti elettronici, schede digitali e, in alcuni casi, batterie e accumulatori, ma anche metalli rari. Di conseguenza, il loro smaltimento deve seguire procedure specifiche per garantire il rispetto delle normative RAEE vigenti, la corretta gestione delle sostanze potenzialmente inquinanti e l’eventuale riciclo di alcuni materiali che possono essere recuperati durante la fase di disassemblaggio.

Tipologie di apparecchiature elettromedicali

Le strutture sanitarie generano una notevole quantità di RAEE, che comprende differenti dispositivi elettromedicali cruciali per la diagnosi, il monitoraggio e la cura dei pazienti. Tra i più comuni troviamo:

  • apparecchiature per la diagnostica, come radiografi, TAC, risonanza magnetica, ecografi;
  • apparecchiature per il monitoraggio, come monitor e dispositivi per il controllo dei parametri vitali;
  • apparecchiature terapeutiche, tra cui defibrillatori e elettrocardiografi;
  • strumenti per la riabilitazione e il supporto, come ventilatori polmonari e pompe per infusione;
  • apparecchiature da laboratorio, come autoclavi e sterilizzatori elettronici;
  • strumentazione chirurgica elettronica;
  • poltrone sanitarie e letti elettrici;
  • dispositivi come lampade scialitiche per l’illuminazione chirurgica;
  • frigoriferi biologici per la conservazione di campioni e farmaci;
  • macchine per dialisi;
  • sistemi di sterilizzazione.

Non ultimo, i pc e le periferiche strettamente collegate a questi dispositivi dovranno seguire lo stesso iter previsto per lo smaltimento dei computer aziendali, come del resto le stampanti, le fotocopiatrici e i toner esausti.

Smaltire correttamente questi dispositivi significa garantire non solo la sicurezza ambientale, ma anche favorire una gestione più efficiente delle risorse economiche con significative riduzioni dei costi nelle strutture ospedaliere. Vediamo come fare.

smaltimento radiografi

Come strutturare un piano di smaltimento sostenibile nelle strutture sanitarie

Implementare un piano di smaltimento sostenibile delle apparecchiature elettromedicali richiede un approccio sistematico. Prima di tutto, è fondamentale redigere una mappatura accurata delle apparecchiature in uso, identificando quelle obsolescenti o fuori uso che necessitano di smaltimento. Un software gestionale può essere utile per monitorare lo stato e la data di scadenza di ogni dispositivo. Successivamente, occorre stabilire un piano di dismissione, che includa:

  • la selezione di fornitori e partner qualificati, specializzati nel trattamento dei RAEE e regolarmente iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali;
  • la formazione e sensibilizzazione degli operatori sanitari, affinché siano pienamente consapevoli delle procedure da seguire per smaltire le apparecchiature obsolete.

Una volta definito il piano, il passo successivo è quello di affidarsi a soggetti autorizzati che seguano l’intero processo, dalla raccolta al trasporto, fino al trattamento finale delle apparecchiature elettromedicali. In questo modo, le strutture sanitarie possono assicurarsi che lo smaltimento avvenga rispettando le leggi vigenti, con il minimo impatto ambientale e la massima efficienza operativa, senza ulteriori intermediari né costi aggiuntivi. Scegliendo infatti un partner completo e a norma come Dismeco, che si occupa autonomamente dell’intero processo di smaltimento delle apparecchiature elettromedicali, la gestione di questa attività sarà più semplice e fluida, con un risparmio di costi e tempo.

Il codice EER delle apparecchiature elettromedicali

Le apparecchiature elettromedicali in disuso sono classificate come RAEE e vengono solitamente identificate con il codice EER 16 02 14, ma possono essere anche ritirate con il 160213*. Questa sequenza numerica fa parte dell’Elenco Europeo dei Rifiuti (EER), uno strumento fondamentale utilizzato per la classificazione degli scarti e per determinare la tipologia di smaltimento da adottare. Questo codice si riferisce alle apparecchiature non più utilizzabili, come dispositivi diagnostici, terapeutici e di monitoraggio, che contengono componenti elettriche ed elettroniche e, spesso, anche sostanze potenzialmente pericolose per l’ambiente, come metalli pesanti e sostanze chimiche.

Per garantire una gestione conforme alle normative nazionali ed europee, il codice 16 02 14 deve essere inserito nel Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR), il documento che traccia gli scarti durante tutto il processo di smaltimento, dal produttore al destinatario. È fondamentale che ogni apparecchiatura dismessa venga classificata correttamente per evitare contaminazioni ambientali o danni alla salute umana.

Smaltimento delle apparecchiature elettromedicali: come ottimizzare tempi, costi e impatto ambientale

Va sottolineato che il corretto smaltimento dei RAEE non è solo una buona pratica, ma un obbligo di legge. Questo adempimento, sebbene possa sembrare oneroso in termini di costi e tempi, può essere semplificato scegliendo un fornitore qualificato e autorizzato che gestisce tutto l’iter, semplificando la gestione e abbattendo i costi operativi.

Ma non è tutto. L’approccio circolare non solo allevia l’impatto economico, ma ha anche un riflesso positivo sull’ambiente perché limita il consumo di risorse naturali e mitiga gli effetti negativi dell’inquinamento elettronico, una delle maggiori criticità legate ai RAEE. In più, il riutilizzo di materiali e, potenzialmente, il recupero certificato di ricambi storici e introvabili, unitamente al corretto smaltimento dei rifiuti elettronici diminuiscono il volume dei rifiuti destinati alle discariche e abbassano le emissioni di gas serra legate alla produzione di nuove materie prime. Non ultimo, l’adozione di soluzioni circolari può rafforzare l’immagine dell’ospedale o della clinica come istituzione sostenibile, migliorando la reputazione.

Infine, la rigenerazione dei dispositivi consente alle strutture sanitarie di abbattere i costi legati all’acquisto di nuovi macchinari, estendendo la vita utile dei dispositivi ancora funzionali. In alcuni casi, infatti, è possibile recuperare, tramite la sostituzione di ricambi non critici ma funzionali e rimettere in circolo macchinari che altrimenti verrebbero smaltiti.

smaltimento dispositivi elettronici medicali professionali

Dismeco e lo smaltimento dei RAEE: un impegno concreto per l’ambiente e la comunità

La competenza di Dismeco, azienda leader nel settore dello smaltimento e recupero dei RAEE, oggi abbraccia anche le esigenze del comparto sanitario, sia pubblico che privato, offrendo un supporto completo che permette alle strutture, sia pubbliche che private, di alleggerire i carichi economici e temporali legati alla gestione delle apparecchiature elettromedicali obsolete.

Con sede a Marzabotto (Bologna) e operativa in Emilia Romagna e territori limitrofi, Dismeco è stata la prima azienda in Italia a specializzarsi nello smaltimento e trattamento di rifiuti tecnologici (RAEE) e collabora con enti, aziende e organizzazioni per garantire uno smaltimento sicuro e certificato, nel rispetto delle normative vigenti. Grazie a processi consolidati altamente tecnologici, è in grado di separare e recuperare metalli pregiati, plastiche e componenti elettroniche, riducendo il volume dei rifiuti e massimizzando il riutilizzo delle risorse. Si occupa anche di dispositivi come condizionatori, chiller e pompe di calore, ma anche distributori automatici, potendo gestire tutti i RAEE diffusi nelle strutture ospedaliere. 

Fondata oltre 40 anni fa, Dismeco ha sviluppato un modello innovativo di economia circolare, specializzandosi nella gestione completa dei rifiuti elettrici ed elettronici, dalla raccolta in loco al trasporto con personale autorizzato, fino al trattamento dei rifiuti e alla valorizzazione dei materiali riciclabili. Oltre a garantire soluzioni sostenibili per lo smaltimento dei RAEE, si impegna attivamente per la comunità e il territorio, attraverso progetti che promuovono la sensibilità ambientale e l’inclusione, come MDRE (Medical Device Regeneration), in collaborazione con l’Azienda USL di Bologna e la Bologna Business School, Scuola di Alta Specializzazione Universitaria, per il recupero e la successiva donazione di ricambi storici o introvabili.

Forte di questa esperienza, Dismeco si propone come partner strategico per le aziende sanitarie, pubbliche e private, offrendo soluzioni su misura per la dismissione di apparecchiature medicali con un approccio che integra smaltimento nel rispetto delle norme, recupero e, quando possibile, rigenerazione, per un sistema sanitario più efficiente e sostenibile.

 

Crediti immagini: Freepik.com

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