Cosa c’è di più importante per il futuro del nostro pianeta che conciliare sviluppo e sostenibilità, condizioni di vita delle persone e tutela della natura che ci circonda? L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, mira a raggiungere questo equilibrio per rendere il mondo più equo, prospero e rispettoso dell’ambiente.
Tra questi propositi comuni, l’Obiettivo 12 riveste un ruolo cruciale: promuovere modelli di consumo e produzione responsabili, affinché i cittadini e le imprese possano adottare stili di vita in armonia con il pianeta.
Ma cosa significa in concreto “consumo e produzione responsabili”? E come possiamo contribuire a raggiungere questo traguardo? In questo articolo esploreremo le condotte virtuose che ogni persona, organizzazione e azienda può intraprendere. Scopriremo, inoltre, come la sostenibilità non sia solo una scelta ormai imprescindibile, ma anche un’opportunità reale – che le imprese più attente hanno già colto – per creare un futuro migliore per tutti.
Agenda 2030: cos’è e quali sono i goal individuati
Stilata nel 2015 dai 193 Paesi membri dell’ONU come un grande piano d’azione comune per assicurare lo sviluppo e il benessere del pianeta, l’Agenda 2030 con i suoi 17 obiettivi chiamati “Goal” si prefigge di affrontare molte questioni essenziali, dall’eliminazione della fame e della povertà alla promozione della salute e dell’istruzione di qualità, fino alla giustizia internazionale e al cambiamento climatico.
Al centro delle priorità ci sono anche l’uguaglianza di genere, l’accesso all’acqua pulita, l’energia sostenibile e il lavoro dignitoso per tutti. Non mancano temi attualissimi come l’innovazione, la riduzione delle disuguaglianze, la creazione di città sostenibili e la gestione responsabile delle risorse. Inoltre, l’Agenda esamina i nodi ambientali più delicati, come gli effetti del cambiamento climatico, la salvaguardia degli ecosistemi marini e terrestri, e promuove la pace, la giustizia e la collaborazione globale per raggiungere gli obiettivi elencati.
Fissare obiettivi comuni spinge governi, aziende, centri di ricerca e la società intera ad agire a livello globale, unendo forze, conoscenze e risorse. Questo permette di forgiare alleanze sovranazionali che lavorano per costruire società più prospere, giuste ed eque. Un ulteriore aspetto positivo dei Global Goals è che ci consentono di monitorare i progressi fino al 2030, grazie a traguardi chiari e misurabili da precisi coefficienti stabiliti a priori.
Qual è l'obiettivo del Goal 12 nell’Agenda 2030?
All’interno dei “Global Goals” inseriti nell’Agenda 2030, il Goal 12 accende i riflettori su come e cosa produciamo e consumiamo, ponendo l’accento sull’importanza di ridurre lo spreco alimentare, gestire in modo ecologico sostanze chimiche e rifiuti, e promuovere la sostenibilità nelle pratiche aziendali e nei comportamenti dei consumatori. Le “tre R” — Ridurre, Riutilizzare, Riciclare — rappresentano infatti il cuore di questo obiettivo.
Che cosa significa consumo e produzione responsabile?
Con i termini “consumo e produzione responsabile” si intende l’importanza di utilizzare le risorse in modo efficiente per contrastare il loro eccessivo sfruttamento, contenere al minimo l’impatto ambientale e promuovere la sostenibilità in ogni fase del ciclo di vita di un prodotto, dalla sua produzione al suo smaltimento, lungo tutta la filiera coinvolta.
Come vedremo in seguito, le indicazioni sono rivolte sia ai cittadini che alle imprese pubbliche e private. Innanzitutto, per raggiungere un consumo responsabile e sostenibile è essenziale non solo ridurre gli sprechi, ma anche educare i consumatori, fornendo loro le conoscenze e gli strumenti necessari per adottare stili di vita che siano in armonia con l’ambiente. Questo implica una maggiore consapevolezza sull’origine e la produzione dei prodotti che acquistiamo, con l’obiettivo di preferire i cibi locali, una riduzione del consumo superfluo e un impegno attivo nel riciclo e nel riutilizzo dei materiali dismessi.
Inoltre, imprese e governi devono collaborare per migliorare l’efficienza delle filiere produttive, promuovere tecnologie pulite e adottare politiche che incentivino il risparmio di risorse. Solo attraverso un impegno condiviso è possibile garantire un futuro sostenibile, dove le esigenze delle generazioni presenti siano soddisfatte senza compromettere quelle delle generazioni future.
Cosa si può fare per raggiungere l'Obiettivo 12: il ruolo di consumatori e aziende
Entrando più nel dettaglio, l’Obiettivo 12 mira ad abbattere lo spreco alimentare del 50%, a migliorare la gestione dei prodotti chimici e dei rifiuti lungo tutto il loro ciclo di vita, e a incoraggiare le imprese ad adottare pratiche aziendali sostenibili. È previsto anche un sostanziale abbattimento della produzione di rifiuti tramite prevenzione, riciclo e riutilizzo. Inoltre, gli appalti pubblici dovranno basarsi su criteri di sostenibilità, e i cittadini dovranno essere informati e sensibilizzati sull’importanza di uno stile di vita sostenibile.
Dal punto di vista dei cittadini, ognuno può contribuire al cambiamento adottando abitudini di consumo più responsabili. Questo significa preferire prodotti durevoli, riciclabili e provenienti da filiere sostenibili, ridurre lo spreco alimentare e compiere scelte di acquisto informate che privilegino aziende impegnate nella sostenibilità. Quando i consumatori esprimono una domanda crescente per prodotti eco-compatibili, stimolano le imprese a migliorare continuamente le loro pratiche, creando un ciclo virtuoso che avvantaggia l’ambiente e la società.
Le imprese, dal canto loro, hanno un ruolo chiave nel promuovere e diffondere modelli di produzione responsabili. Possono contrarre lo spreco di risorse naturali attraverso tecnologie efficienti, promuovere un turismo che rispetti la cultura locale, migliorare la gestione dei rifiuti e adottare pratiche che minimizzino l’impatto ambientale. Per esempio, un passo importante è il corretto smaltimento dei RAEE aziendali, ossia i rifiuti tecnologici come computer, stampanti, monitor, dischi esterni, toner esausti, lampade neon ed elettrodomestici.
È fondamentale, inoltre, razionalizzare i sussidi per i combustibili fossili e supportare i Paesi in via di sviluppo nel rafforzamento delle loro capacità scientifiche e tecnologiche per una produzione più sostenibile
Infine, le aziende possono anche integrare la sostenibilità nei loro report annuali, dimostrando alla collettività trasparenza e impegno, e rispondere agli appalti pubblici che richiedono criteri di sostenibilità. Questo approccio non solo riduce i costi operativi, ma migliora anche la reputazione e l’attrattività verso investitori e consumatori.
Come l'Italia sta lavorando per l'Obiettivo 12 dell'Agenda 2030
L’ultimo rapporto Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) registra segnali contrastanti riguardo l’Italia: da un lato, negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli progressi verso alcuni degli Obiettivi indicati, mentre per altri goal si parla di passi insufficienti o addirittura regressioni. Ad esempio, in Italia è senza dubbio cresciuta l’attenzione verso la sostenibilità, con l’approvazione di due Strategie Nazionali per lo Sviluppo Sostenibile e la riforma della Costituzione per fare in modo che l’iniziativa economica “non possa svolgersi in modo da recare danno alla salute e all’ambiente”. Tuttavia, nonostante questi apprezzabili avanzamenti, dal punto di vista generale è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 – ammonisce Asvis.
Anche il settore privato ha aumentato il suo impegno e sono state adottate numerose iniziative e regolamenti per sensibilizzare e guidare le imprese verso condotte più responsabili, come la circolarità della materia prima e il riciclo dei rifiuti urbani. A livello comunitario, dal punto di vista del Goal 12, “l’andamento costantemente positivo rilevato dal 2011 al 2021 è principalmente dovuto all’aumento della raccolta differenziata […] e all’incremento della produttività delle risorse”. In particolare, la quota di raccolta differenziata aumenta di 27,7 punti percentuali, e il consumo materiale pro capite cala del 33%. “Questo risultato è frutto sia di politiche pubbliche, sia di decisioni autonome delle imprese italiane”. Ed è proprio il mondo delle imprese a mostrare un crescente impulso al lavoro di promozione della sostenibilità come indicato dall’Agenda 2030.
Come si sta muovendo Dismeco nell’ambito del Goal 12
Nel quadro del Goal 12 dell’Agenda 2030, fra le aziende italiane impegnate nella promozione e diffusione di modelli di produzione e consumo responsabili, Dismeco riveste un ruolo di primo piano e rappresenta un esempio di organizzazione virtuosa all’interno del settore della green economy grazie alle sue attività di raccolta, trattamento e riciclo dei rifiuti tecnologici.
L’azienda – nata a Bologna nel 1977 e operativa in tutta l’Emilia Romagna – affianca le imprese pubbliche e private nella corretta gestione dei rifiuti elettronici o “RAEE”, occupandosi dell’intero percorso e adempimenti obbligatori (come il FIR) senza intermediari né costi aggiuntivi.
In questo modo, Dismeco contribuisce in modo significativo alla riduzione dei rifiuti e al recupero di materiali preziosi, minimizzando l’impatto ambientale e favorendo la valorizzazione delle materie prime e degli scarti riciclabili, nel pieno rispetto della normativa di riferimento.
Una delle tante conferme arriva dalla partecipazione di Dismeco al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024 a Milano. L’evento, promosso da Asvis e giunto all’ottava edizione, ha messo in luce le buone pratiche territoriali messe in atto nel 2023, soffermandosi sul progetto “Utile”, volto a recuperare e rigenerare gli elettrodomestici dismessi nelle stagioni ecologiche per poi riconsegnarli, riparati e funzionanti, a famiglie e persone in condizioni di difficoltà economica e sociale.
Questa azione tangibile, che insieme ad altri progetti per l’ambiente e la comunità, certifica l’impegno di Dismeco nel promuovere l’economia circolare e nell’educare il pubblico sull’importanza del riciclo, si allinea con gli obiettivi globali di gestione corretta delle risorse naturali e di riduzione dello spreco indicati dall’Agenda 2030, sostenendo così una transizione verso un futuro più sostenibile.
Infine, il 30 luglio 2024 è ufficialmente entrata in vigore la direttiva UE 2024/1799 del Parlamento Europeo e del Consiglio che realizza il diritto alla riparazione dei prodotti e fornisce i chiarimenti per fabbricanti e venditori sull’obbligo di riparare i beni di consumo. In questo modo, si concretizza un altro passo per ridurre i rifiuti e promuovere l’avanzamento verso un’Europa sostenibile e climaticamente neutra.
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