In occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024, Dismeco è salita sul palco della Fondazione Feltrinelli a il 17 maggio Milano per raccontare il suo esempio di buona pratica territoriale.
Promosso da ASviS e giunto alla sua ottava edizione, questo Festival è la più grande iniziativa italiana per sensibilizzare e mobilitare cittadini, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale: un’occasione per realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta all’Italia di attuare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e centrare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Il loro raggiungimento richiede azioni concrete che coinvolgano tutti gli attori del sistema sociale, economico e istituzionale ad ogni livello di governo, attivando una molteplicità di progetti di diverse dimensioni adatti alle specifiche condizioni di ciascun territorio.
È in questa cornice che si colloca il progetto “Utile” di Dismeco, tra i protagonisti dell’evento dedicato all’Obiettivo 11: rendere le città e gli insediamenti umani sostenibili, inclusivi, sicuri e duraturi.
L’iniziativa di Dismeco tra le buone pratiche territoriali italiane del 2023
L’evento ha posto in luce le buone pratiche territoriali del Rapporto annuale 2023 sui territori condotto da ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Tra queste, un esempio importante è stato il progetto Utile di Dismeco raccontato da Claudio Tedeschi, Founder e Chairman di Dismeco e industriale esperto nello sviluppo di modelli generativi per la gestione dei rifiuti che ne migliorano l’efficacia, a beneficio della collettività.
L’intervento di Tedeschi ha ripreso brevemente la storia dell’azienda, la prima italiana che, dal 1977, gestisce rifiuti elettronici e ha raggiunto il primato europeo per la percentuale di recupero e riutilizzo di materie prime e componenti dai RAEE, con una capacità industriale certificata.
Grazie alla linea semiautomatica di smontaggio selettivo, eccellenza italiana unica al mondo, ingegnerizzata e costruita a Bologna, Dismeco procede al disassemblaggio degli elettrodomestici e recupero di materie prime. In particolare, sulle lavatrici ha il primato mondiale del recupero del 98% dei materiali, con una capacità di processo di 50 tonnellate al giorno.
Il discorso è entrato poi nel vivo del progetto “Utile”, che ha mosso i primi passi a partire da un quesito: perchè molti elettrodomestici provenienti dalle stazioni ecologiche e destinati alla distruzione erano in ottime condizioni? Purtroppo, dopo pochi anni i produttori cessano di immettere sul mercato i componenti di ricambio.
Ecco, allora, l’idea di realizzare un percorso generativo, che potesse coniugare l’eccellenza industriale italiana certificata di Dismeco all’innovazione di processo, con conseguenze positive sul territorio. In particolare, Dismeco ha attivato un percorso tracciato in collaborazione con Hera e CNA gestendo 32 stazioni ecologiche dell’appennino bolognese e scoprendo che il 7% delle lavatrici poteva essere ricondizionato e salvato.
Coinvolgendo CNA senza impiegare alcun denaro pubblico, è stato realizzato un corso di formazione a cittadini extracomunitari richiedenti asilo con scopo di assunzione per riparare le lavatrici. In questo modo, in soli 4 mesi di lavoro sono state donate 200 lavatrici a Caritas e al Centro di Volontariato della Città Metropolitana di Bologna, devolute a persone in difficoltà economica e sociale.
L’innovazione di processo e le ricadute positive sul territorio
Dismeco ha portato al Festival dello Sviluppo Sostenibile la prova che la capacità industriale del nostro Paese legata alla sostenibilità possiede l’abilità di affrontare percorsi non ancora esistenti ma nuovi e creabili, che consentono di realizzare la sostenibilità e l’innovazione di processo collegando il tutto a un progetto generativo che considera i bisogni del territorio.
Infatti, gli obiettivi raggiunti dal progetto “Utile” sono stati molteplici: la sostenibilità ambientale, la creazione di lavoro e il sostegno sociale.